Mario
2016-09-21 13:58
E' sempre un piacere spigolare tra le pagine dei quotidiani alla ricerca dell' articolo insolito o curioso.
Indubbiamente quello comparso stamane su La Stampa, oltre ad avere i requisiti pocanzi elencati, ha forte attinenza con la nostra materia prediletta, coinvolgendo in un solo colpo chimica organica, trasformazioni di fase, forme allotropiche e tanta tecnologia.
Ah, dimenticavo di inserire le ripercussioni in campo spirituale, così non manca niente.
Riporto l'articolo integrale (sperando di non violare alcuna legge):
A riaccendere l’attenzione ci pensa ora un disegno di legge del senatore Carlo Giovanardi, che propone di vietare la «diamantizzazione», estendendo il reato di vilipendio di cadavere. L’iniziativa non è sfuggita all’attenzione di Mendizza. «Il senatore - dice - forse non ha capito bene lo spirito dell’iniziativa. Per noi, la cosa peggiore è l’abbandono dei defunti. Intendo i nostri cimiteri, luoghi senza alcuna grazia, inadatti ad accogliere i nostri cari. Peggio ancora per la dispersione delle ceneri in aria. Capisco l’aspetto romantico, ma siamo agli antipodi. Il defunto deve essere sempre con noi, in un diamante che portiamo al collo o al dito». E mentre parla, indica un diamante che porta al collo: «È mia madre».
A sette anni dal lancio dell’iniziativa in Italia, si può azzardare un primo bilancio. Il cliente-tipo di Algordanza è una donna, di buona o ottima cultura, non necessariamente di alta classe sociale. Vive rigorosamente nel Centro-Nord. C’è stato un unico caso in Sicilia, l’eccezione che conferma la regola.
In tanta ritrosia italica, c’entra sicuramente l’aspetto economico: l’operazione di trasformare in Svizzera le ceneri del defunto costa 14 mila euro se si richiede un diamante da 1 carato, 4 mila se si vuole il diamante più piccolo da 0,3 carati. Ma la questione è innanzitutto culturale. Gli italiani evidentemente non se la sentono di fare questo tipo di salto nella tecnologia. «Ormai - racconta ancora Walter Mendizza - abbiamo accumulato una certa esperienza. Di fronte alla nostra proposta, gli italiani si dividono radicalmente tra entusiasti e inorriditi. Una via di mezzo non c’è».
Gli entusiasti sono quelli che vedono nella «diamantizzazione» l’occasione per non dimenticare i loro cari. Per averli sempre con sé, in senso letterale. La stragrande maggioranza di chi ha stipulato un contratto con Algordanza ha scelto il formato del diamante da anello. Gli inorriditi, al contrario, sono quelli che vedono un immondo commercio nel procedimento di Algordanza. Una macabra operazione commerciale. L’ennesimo insulto che la tecnologia lancia contro i buoni sentimenti.
«Polvere sei e polvere ritornerai», dice la Bibbia. La religione cattolica prevede non a caso la cerimonia delle Ceneri come atto di contrizione. Non era previsto che nel Terzo Millennio la polvere, ossia la cenere umana, attraverso un complesso procedimento che la trasforma prima in carbonio e poi in grafite attraverso acidi, presse, e forni, riproducendo in laboratorio i processi millenari della Terra, potesse diventare uno splendente diamante. E ora che la tecnologia ci pone di fronte all’ennesimo problema bioetico, come ce la caviamo? A giudicare dalla risposta italiana con un secco «no, grazie».
saluti
Mario
I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: ClaudioG., luigi_67, quimico, NaClO