Esistono curiose (o meno) varianti di questa tecnica, usate soprattutto in ambito clinico (ma non solo), su urine e su siero. Quando un tempo si adottava il bromuro come rimedio per l'eccessiva esuberanza di certi soggetti, poteva capitare che si ottenesse un effetto a sua volta eccessivo. Quindi, quando sul marmo dell'obitorio giaceva l'ex-esuberante, si ricorreva a teniche di indagine necroscopica affini a quella riportata sopra. Per onore del vero, al di là delle leggende, il bromuro in medicina era utilizzato come sedativo e anticonvulsivante, diciamo fino al 1975. Era il componente di molti farmaci da banco, oggi non messi fuori commercio, ma il bromismo (intossicazione cronica da bromo) ancora si segnala in operatori addetti a certe lavorazioni (in campo fotografico, industriale, artigianale) e in soggetti venuti a contatto con composti organici contenenti bromo (non bromuro, ma capaci di donare bromo convertito in ione bromuro dall'organismo) come l'alotano, la piridostigmina, il destrometorfano, la bromfeniramina e forse il più importante: il bromometano, usato per fumigazioni.
La tossicità dello ione bromuro risiede nella sua vicarianza con il cloruro in diversi sistemi di trasporto di membrana, specie a livello del sistema nervoso. A livello renale è riassorbito preferenzialmente rispetto al cloruro, così in breve è in grado di rimpiazzare fino al 30% del cloro. Si evidenzia così un effetto di bioaccumulo, sostanziale responsabile dell'alterazione progressiva della trasmissione neuronale. L'assunzione quotidiana di 0,5-1 g di bromuro solubile conduce a bromismo. La dose tossica acuta, riportata in letteratura, è di 100 g per il bromuro sodico.
La terapia convenzionale consiste nel favorire l'eliminazione renale utilizzando diuretici (furosemide) e infusioni endovenose di sodio cloruro.
Detto questo volevo presentarvi alcuni metodi, come dicevo prima, alcuni affini a quello presentato da Mario, utilizzati in ambito clinico, principalmente sulle urine.
Test di Guareschi
Si inzuppa della carta da filtro di purissima cellulosa (non deve contenere tracce di amidi) con il reattivo di Schiff e la si introduce in una provetta contenente 5 mL della soluzione in esame (es. urina o succo gastrico), lasciandovela sospesa. Con una pipetta Pasteur si introduce delicatamente 1 mL di acqua di cloro. In presenza di bromo la striscia di carta assume un'intensa colorazione violetta. Se il bromo è poco, allora è bene scaldare qualche minuto in un bagnomaria bollente. Iodio, aldeidi, cloro, nitriti e nitrati, non disturbano la reazione.
Test di Jolles
Si disciolgono 0,5 g di p-dimetilfenilendiamina in 500 mL di acqua e con tale soluzione di imbeve della carta da filtro e la si lascia essiccare, conservandola al riparo dalla luce.
A 10 mL di urina contenuti in un palloncino, si aggiungono 3 mL di acido solforico 25% e si mescola. Poi si versano nel pallone alcuno mL di soluzione N/5 di permanganato potassico, fino a colorazione rossa permanente. Ora nel collo del pallone si appende una striscia di carta preparata come indicato sopra, dopo averla inumidita con acqua e si pone il pallone sul riscaldatore. In presenza di bromo si sviluppa, a partire dal fondo della striscia, un anello rosso-violetto, che vira al turchino, al grigio e infine al bruno. La sensibilità del test, secondo Jolles, è dello 0,001% in bromuro.
Test di Miké
A 5 mL di urina si addizionano 5 gocce di permanganato potassico N/10, 5 gocce di acido cloridrico 5N e 3 mL di cloroformio. Si agita e si odderva lo strato organico sul fondo della provetta. In presenza di bromo, questo si colora in bruno-rossiccio. Il test riesce a svelare fino a 50 mg di bromuro in 5 mL.
Test differenziale di Holton
Se sono presenti contemporaneamente ioduri e bromuri procedere come segue. Si prelevano 0,5 mL di soluzione da esaminare e si uniscono con 15 mL di soluzione satura di sodio carbonato. Si porta tutto in ebollizione per 5 minuti e poi si filtra. A 1 mL del filtrato si aggiunge acido nitrico 20% fino ad acidità, quindi 3 gocce di soluzione di cromato potassico 8% e 1 mL di solfuro di carbonio. Si mescola accuratamente. In presenza di iodio si sviluppa nel solfuro una colorazione violetta, mentre il bromo è messo in libertà solo impiegando acqua di cloro.
Test di Denigès
Due mL di reattivo di Schiff si mescolano con 2 mL di acqua ossigenata al 3% e si uniscono a 1 mL di cloroformio. A questa miscela si aggiunge 5 mL di urina. In presenza di bromo si ottiene una colorazione violetta dello strato di cloroformio (al fondo della provetta).
Test di Salkowski
Si prelevano 10 mL di urina e si alcalinizzano con alcune gocce di sodio idrossido 5 N, direttamente in una capsulina di platino. Si fa evaporare e si carbonizza a piccola fiamma. Si riprende il residuo con qualche goccia di acqua e 1 g di potassio nitrato. Si porta a fusione, quindi si riprende con acqua (la minima quantità utile a solubilizzare il residuo fuso) e si trasferisce quantitativamente in una provetta. Si addizionano 3 mL di cloroformio e 2 mL di acqua di cloro. In presenza di bromo, lo strato di cloroformio si colora in giallo-arancio. Si svelano fino a 10 mg di bromuro potassico per 10 mL di urina.