Dott.MorenoZolghetti
2014-03-06 15:07
Ero convinto di aver già parlato di questa sostanza, ma non ho trovato la discussione (come sovente mi accade) e quindi ne inizio una nuova.
Il muschio è una sostanza organica odorosa, raccolta in una piccola sacca bicompartimentata (in senso biologico è una ghiandola di 2 cm di diametro) posta sul ventre, in prossimità dei genitali dei maschi di alcune specie di mammiferi, in particolare del bue (detto appunto muschiato) e di un Ungulato asiatico chiamato mosco (Moschus moschiferus), da cui la sostanza prende il nome. Di questo muschio vorrei parlare, usato da molti anni dall'industria profumiera per le proprietà odorose, ma soprattutto fissative. In natura il mosco usa il secreto della ghiandola come richiamo per le femmine nella stagione dell'accoppiamento e per marcare il territorio nel resto dell'anno. All'uomo invece serve per fare profumi che opportunamente commerciati e dosati, generano denaro con cui pagare o ripagare le donne fuori e dentro la stagione dell'accoppiamento. Oggi possiamo però dire che i profumi li usano anche gli uomini, nello stesso modo e con lo stesso scopo, ma questo non ci interessa.
Nel 1950 gli esemplari di mosco presenti sul pianeta e censiti erano 3.000.000, mentre nel 2003 si erano ridotti a 200.000. Da qui l'esigenza (sentita soprattutto in Cina) di avviare degli allevamenti per il ripopolamento. Ma perchè in Cina? Semplice: l'85% del muschio prodotto nel mondo è destinato alla medicina tradizionale cinese. Esso serve come afrodisiaco, come antispastico, antimicrobico, antifebbrile, vasodilatatore e quindi utile per curare l'impotenza da deficit erettile. Evviva!
Solo il 15% del muschio andava ai produttori di profumi. Dal 2002 è bandito per due motivi: primo, non è etico ammazzare le povere bestiole; secondo, potrebbe creare allergie alle madame e alle madamine. In dieci anni il ripopolamento non c'è stato, segno che qualcosa non ha funzionato. Il 95% del muschio commerciato era di ottenuto illecitamente, da animali selvatici cacciati di frodo... e oggi? Idem. Il mercato è chiuso, ma nel 1980 un Kg di muschio costava 2.000 $ e la regolamentazione della caccia al mosco è stata prodotta soltanto nel 1997. Gli allevamenti in Cina sono stati avviati nel 1960 e contavano dieci anni fa circa 1200 esemplari, di cui solo 350 erano maschi. Ogni mosco produce 15-20 g di muschio all'anno ed è possibile estrarlo dalla ghiandola con una sorta di cucchiaino. La bestia non gode esattamente, ma è sempre meglio di una pallottola di piombo. Inutile dire che i cinesi ancora se lo mangiano o se lo spalmano il muschio...con buona pace di tutti gli animalisti del pianeta.
Lasciamo stare questo aspetti grotteschi della questione mushio, poichè quello che ci interessa maggiormente è il suo succedaneo sintetico: il musk ketone.
Questa sostanza organica, non riuscendo a sostituire pienamente la complessa composizione dell'originale naturale (il muscone è il principale prodotto odorifero), ha costretto i maestri profumieri a modificare le loro segretissime ricette, per far sì che si potesse continuare a produrre famosi (e costosi) profumi. Il prodotto sintetico è più leggereo (in senso odoroso) e meno persistente, lega bene e dunque fissa (come quello naturale) essenze di vaniglia e di bergamotto, fondamentali costituenti di profumi di eccellenza. Ma cos'è il musk ketone? In realtà esistono almeno quattro prodotti commerciali che hanno a che fare con il muschio: il musk mosken, il musk ambrette, il musk xylene e il musk ketone. Quello di cui perleremo è l'ultimo, chimicamente è il 4-terz-butil-2,6-dimetil-3,5-dinitroacetofenone. Si tratta di una sostanza cristallina, giallo paglierino, profumata, con un punto di fusione compreso tra 134 e 137°C, insolubile in acqua, ma solubile nei comuni solventi organici, specie in acetonitrile, acetone e dimetilsolfossido. Nell'etanolo si scioglie abbastanza facilmente (18 g/L), ma il solvente di elezione è il benzoato di benzile (254 g/L). Lo si strova anche in commercio con il nome di "ketone moschus". E' tra i prodotti artificiali quello che meglio approssima l'odore del muschio naturale, ma è più dolce e non ha la nota "animale". Il musk xylene è invece chimicamente un 2,4,6-trinitro-3,5-dimetil-1-terz-butilbenzene e si presenta come un solido del tutto analogo al precedente, ma con punto di fusione compreso tra 113 e 115°C. Solubile nel solventi organici e negli olii essenziali. Poco solubile in etanolo (7-8 g/L). Il musk ambrette è invece un 2,6-dinitro-1-metil-4-terz-butil-3-metossibenzene. Il prodotto è un solido giallo chiaro, più intenso comunque degli altri muschi, con odore che ricorda di più l'ambretta. Ha un punto di fusione compreso tra 84 e 86°C. E' più solubile in etanolo (200 g/L) rispetto ai precedenti.
Per concludere citerei ancora il muscone che chimicamente è un
3-metilciclopentadecanone e che si presenta come un liquido oleoso, con un punto di ebollizione di 328°C e una densità pari a 0,922 g/mL. E' miscibile con l'etanolo, ma non con l'acqua.
Sintetizziamo qualcosa gente del forum?
I seguenti utenti ringraziano Dott.MorenoZolghetti per questo messaggio: quimico, Max Fritz, MarcoA, MaXiMo, fosgene, RhOBErThO