salve a tutti!
a breve sosterrò l'esame di chimica fisica e c'è una domanda che il mio prof fa a tutti ma proprio tutti. In realtà mai nessuno è riuscito a rispondere come vuole lui , infatti non ha mai messo un 30.
Vorrei una risposta alla seguente domanda:
illustrami la definizione di lavoro a livello macroscopico e microscopico.
forse nessuno sa rispondere perchè il testo ch lui ci obbliga a usare è l'atkins....fate un pò voi...
Non vorrei che la prima domanda che mi dovesse fare sia proprio questa-perchè sarei bocciata- se fosse l' ultima ,beh avrei un allegro 29
grazie mille!
rupsis ha scritto:
nessuno sa rispondere perchè il testo ch lui ci obbliga a usare è l'atkins....fate un pò voi...
Ok che l'Atkins è un bel testo, ma non l'ho trovato ostico... non è mica il "Trattato di elettricità e magnetismo" di J.C.Maxwell
Ci son chimici che addirittura snobbano l'Atkins relegandolo a testo per licei
Quicksilv3r
2009-09-26 12:48
Ma che scemenza.. E' logico che se non svela il mistero di come "vuole risposto lui" potrà sempre dire che nessuno è mai riuscito a rispondere in modo opportuno. E poi preciso che un professore dovrebbe fare delle domande inerenti a ciò che ha spiegato a lezione soprattutto se si tratta di definizioni.
Per il resto penso che si riferisca alla definizione di lavoro in cambiamenti infinitesimali(spostamento infinitesimale(molto piccolo) dx) e cambiamenti finiti (che sarebbero i macroscopici).
Se hai bisogno delle definizioni chiedi pure.
Saluti.
ma l'atkins non è difficile anzi è troppo facile e a fine paragrafo puntualmente mi dico: "ah quest'è!!!!???".
Comunque anche io avevo pensato che il prof si riferisse all'ambito infinitesimale...speramo vada bene...
comunque lui a lezione non fa proprio niente ...legge le slides che ha copiato da un prof della sapienza...
lascio anche il link così capite un pò:
http://www.unisa.it/Facolta/Farmacia/Area_Didattica/Fisica/Mattia/cf1.php
LaFoRzApOrTaNtE...
2009-09-26 17:09
allora la domanda è "illustrami la definizione di lavoro a livello macroscopico e microscopio"..mmm!! credo di aver capito quale possa essere la risposta che vuole il tuo professore, tuttavia, se è la mia risposta quella corretta, a mio avviso il professore formula male la domanda. Nell'ambito delle mie ipotesi formula male la domanda perchè non dovrebbe parlare di lavoro macroscopico o microscopico bensì dovrebbe parlare di "lavoro esterno" e "lavoro interno".
Tutti sappiamo che la quantità di lavoro compiuta è data dal prodotto della forza per la componente dello spostamento nella direzione della forza. In formule
W=F*s*cos(alfa) alfa = angolo compreso tra F ed s.
Ora se un sistema, nel suo insieme, esercita una forza sull'ambiente circostante e ha luogo un qualunque spostamento, allora il lavoro fatto dal o sul sistema prende il nome di LAVORO ESTERNO. Per esempio, un gas racchiuso in un cilindro a p uniforme, quando si espande e muove il pistone, compie un lavoro esterno sull'ambiente.Okkei?? la definizione è chiara??..La risposta è ovviamente SI :-)...
Definiamo ora LAVORO INTERNO il lavoro compiuto da una parte del sistema su un'altra parte dello stesso. Un esempio è l'interazione mutua tra le molecole in un solido, liquido, gas o plasma.
Per dovere di cronaca ti ricordo che in Termodinamica il lavoro interno non è considerato. L'unico lavoro significativo è quello che implica l'interazione fra un sistema e l'ambiente circostante. Questo perchè quando un sistema compie del lavoro esterno, i cambiamenti che hanno luogo possono essere descritti per mezzo di quantità macroscopiche.
Saluti
PS. PER RUSTY...Caro Rusty hai trovato uno di quei chimici che considerano l'Atkins un libro per elementari :-D...aloaa
sai che ti dico...
al momento questa è l'unica risposta sensata che riesco a darmi...
d'altra parte se cerco anche sul più sacro dei libri, difficilmente troverò lavoro macro e micro....
torniamo a noi.
Grazie mille per questa spiegazione, cercherò di approfondire di mio in questa direzione!