Enotria
2016-12-03 18:52
Continuando le mie esplorazioni con il microscopio, dopo i minerali trasparenti, le ambre fossili e le pietre preziose, è ora il momento di cimentarci con la macro fotografia delle opali.
Certo che, come minerale, l’opale è strano forte !
Formato da silice idrata, crea fantastiche colorazioni non perché pigmentata, ma per fenomeni ottici di interferenza e di diffrazione, quindi gli stessi principi su cui si basa la colorazione iridescente di molti coleotteri (vedi il mio articolo precedente sui colori del coleottero Cicindela sylvicola).
Per questo è una pietra che anche senza venire tagliata con particolari accorgimenti, mostra variazioni continue di colore, al variare dell’angolo di incidenza della luce.
In altre parole, se noi prendiamo una opale e la illuminiamo variando in continuazione il punto di provenienza della luce, otterremo improvvise e vivide fiammate di colore.
(cliccare per animazione)
Ma non solo, essendo l’opale un silicato idrato, la stessa umidità gioca un ruolo importante sulla sua capacità di emettere i colori: se viene parzialmente disidratato, i colori perdono vivacità fino a scomparire del tutto, mentre il contrario avviene, entro certi limiti, se viene reidratato.
Spesso di certe pietre si dice che sono “vive”, nel caso dell’opale questo è certamente evidente, gli mancano solo le gambine per andare a spasso !
Come se non bastasse la bellezza dei colori emessi da queste gemme, anche queste pietre possono contenere delle impurità inglobate al momento della loro formazione e ciò, alle volte, può rendere altamente interessante una opale che altrimenti sarebbe stata ben poco attraente.
Anche qui il rutilo è spesso presente con i suoi filamenti, così come spesso si ritrovano residui di piante fossilizzate dentro all’opale.
Certo che non è come con l’ambra: le irregolarità della pietra, le tante scheggiature che l’opale subisce a causa della sua notevole fragilità, gli innumerevoli traumi subiti, rendono la visibilità dell’interno del minerale piuttosto difficile e, nella migliore delle ipotesi, confusa e sfuocata.
A seconda delle origini, il colore di base della pietra può essere molto scuro, fino a nero assoluto, per poi arrivare ad un bianco lattiginoso, quasi trasparente. E’ evidente che la pietra, se usata come gioiello, verrà maggiormente valorizzata a seconda del corretto accoppiamento fra colore di base e momento della giornata: se sera o pomeriggio, ma, in ogni caso, ad ogni minimo movimento, ad ogni minimo variare di luce, darà luogo al suo spettacolo di lampi di colore.
La presenza di inclusioni particolarmente belle o interessanti può notevolmente aumentare il valore della pietra, anche se non si raggiunge certo la ricercatezza dell’ambra, in cui l’inclusione è, in tanti casi, il vero valore cercato, tanto da farla considerare come una vera e propria cassaforte che conserva nel tempo forme di vita già estinte da milioni di anni.
Lo stesso nome opale significa pietra preziosa, e con tutti quei lampi di luce, è innegabile che lo sia.
Ma attenzione, siamo abituati a considerare i gioielli come dei minerali di estrema durezza, per cui non ci preoccupiamo più di tanto. Al contrario, l’opale è piuttosto tenera (scala Mohs=6) e, per di più, anche piuttosto fragile. Va quindi conservata ed utilizzata con un minimo di attenzione: non va messa vicino a pietre dure, si scalfirebbe irrimediabilmente. Non va tenuta al sole o in posti caldi, perderebbe subito colore e, magari, potrebbe anche incrinarsi. Si avvantaggia invece di un buon bagno in acqua, dove, come è per noi, anche lei ne uscirebbe bella e lucida, con i suoi colori ancora più vivaci.
(cliccare per animazione)
Un particolare ringraziamento a cicciojuras del Forum Paleofox per aver messo a mia disposizione molti degli opali qui fotografati.
I seguenti utenti ringraziano Enotria per questo messaggio: Mario, RhOBErThO, ClaudioG., NaClO, luigi_67, Claudio, ohilà, quimico, Adriano, TrevizeGolanCz