albitomassini
2020-05-01 15:40
Salve ho proceduto al decapaggio di un pezzo di ferro con acido cloridrico al 10%, lasciato agire sul pezzo ma intanto essendo volativo è andato a colpire un pezzo di inox posto sopra al bagno di HCl a circa 20cm e si è formata una patina colore simil-ruggine/ marrone scuro, questo fatto è successo anche al pezzo che ho decapato ovviamente dopo averlo rischiato con acqua. Si è formato dopo circa 4-5 ore questo strato.
Mi chiedo, questo prodotto che sì è formato di colore giallo scuro-marrone potrebbe essere cloruro ferrico?
Ho provato a immergere ancora il pezzo in HCl e il prodotto che si era formato è scomparso, ma ovviamente si è ripresentato dopo qualche ora.
Secondo voi cosa è successo? Come posso fermare l'azione dell'acido?
No, il cloruro ferrico è perfettamente solubile in acqua. Quindi se hai sciacquato il pezzo per bene non c’è traccia di tale sale. Con tutta probabilità è ruggine... che si scioglie in HCl per formare il (perfettamente solubile) cloruro ferrico!
comandantediavolo
2020-05-02 11:56
Per il decappaggio la concentrazione dell'acido cloridrico dovrebbe essere almeno il doppio, intorno al 25 % corrispondente a 15/16 °Baumé .
Solitamente però vengono miscelati ai bagni di decappaggio,dopo l'azione corrosiva, inibitori di corrosione come la trietilammina ,le ammine alchiliche o aromatiche che rendono questa lavorazione complicata dal punto di vista ambientale per il corretto smaltimento delle risultanti soluzioni reagite.
Detto ciò, e a monte della discussione, chiaramente se il pezzo che hai decappato era in ferro dolce e non in acciaio, l'efflorescenza che si è formata è costituita sicuramente da FeCl3 con vari gradi di idratazione e particelle di Fe che si ossidano per azione residua di HCl e FeCl3 .
Dopo aver risciacquato il pezzo con gli inibitori ( ma puoi utilizzare tranquillamente una spugna con del sapone per piatti ) è consigliabile rivestirlo di uno strato sottilissimo di olio minerale ,tipo vasellina se magari dovrà entrare in contatto con alimenti, oppure con del comunissimo petrolio bianco avendo cura di toglierne poi il più possibile con degli stracci di cotone o della carta, sulla superficie ne rimarrà il giusto quantitativo che impedirà l'ossidazione ad opera dell'aria e dell'umidità atmosferica ( è utile ricordare che altri tipi di oli, come quelli vegetali tipo di semi di girasole ,di semi di lino,di vinaccioli ,di noce solo per citarne alcuni ,andranno incontro ad una polimerizzazione radicalica una volta spalmati sulle superfici metalliche ,fenomeno sfruttato per stagionare le stoviglie in ferro e in ghisa) .
Il discorso cambia radicalmente se devi trattare una superficie in acciaio, che dovrà essere preventivamente sgrassata con soluzioni alcaline e tensioattivi anionici ,risciacquato e decappato con miscele di HCl e H2SO4 o di HF e H2SO4 calde, specificamente studiate in base al supporto da trattare ,poi inibito con prodotti a base di ammine aromatiche per tempi più lunghi e risciacquati successivamente con opportuni solventi .