quimico
2011-12-05 15:14
L'aggettivo "aromatico" viene usato dai chimici organici in un modo abbastanza diverso rispetto cui è normalmente applicato. Ha la sua origine nell'osservazione che alcuni sostanze naturali, quali la corteccia della cannella, le foglie di gaultheria del Canada, i bacelli di vaniglia e i semi di anice, contenevano composti profumati aventi proprietà comuni ma inaspettate. La corteccia della cannella, per esempio, produceva un composto dall'odore piacevole, di formula C9H8O, chiamato cinnamaldeide. A causa del rapporto basso tra idrogeno e carbonio in questo ed in altri composti aromatici (notate che il rapporto H:C in un alcano è >2), i chimici si aspettavano che le loro formule di struttura dovessero contenere un gran numero di doppi e tripli legami. Dato che i doppi legami sono facilmente rimossi da agenti ossidanti come potassio permanganato o ozono, e rapidamente addizionano bromo e cloro, queste reazioni vennero applicate a questi composti aromatici. Sorprendentemente, vennero ottenuti prodotti che apparivano ritenere molti dei doppi legami, e questi composti esibivano un elevato grado di stabilità chimica comparata a quella di alcheni e cicloalcheni noti (composti alifatici). Per trattamento con una soluzione calda di permanganato, la cinnamaldeide dava un composto stabile, cristallino, di formula C7H6O2, ora chiamato acido benzoico. Il rapporto H:C nell'acido benzoico è <1, suggerendo ancora la presenza di diversi doppi legami. L'acido benzoico fu infine convertito nello stabile idrocarburo benzene, C6H6, che anche esso si dimostrò non reattivo nei confronti delle comuni trasformazioni dei doppi legami, come mostrato sotto. Per paragone, anche le reazioni del cicloesene, un tipico alchene, con questi reagenti sono mostrate (riquadro verde). Fu acquisita come evidenza sperimentale per un vasto assortimento di composti, quelli che incorporavano questo nucleo eccezionalmente stabile iniziarono ad esser chiamati "aromatici". Se il benzene viene forzato a reagire aumentando la temperatura e/o aggiungendo un catalizzatore, esso subisce reazioni di sostituzione piuttosto che le reazioni di addizione che sono tipiche degli alcheni. Questo conferma ulteriormente la precedente asserzione che il nucleo a sei carboni del benzene è insolitamente stabile alla modificazione chimica. La contraddizione concetturale presentata dall'elevato grado di insaturazione (basso rapporto H:C) e l'elevata stabilità chimica per il benzene e i composti relativi rimase un enigma insoluto per molti anni. Alla fine, fu adottata la struttura ora accettata di un anello planari di carboni, di forma esagonale regolare, e l'eccezionale termodinamica e stabilità chimica di questo sistema fu attribuita alla stabilizzazione di risonanza di un triene ciclico coniugato. Qui, sono scritte due strutture elettroniche equivalenti strutturalmente ed energeticamente per un compsoto stabile, ma nessuna struttura singola fornisce un'accurata o anche un'adeguata rappresentazione della vera molecola. L'anelli a sei membri nel benzene è un esagono perfetto (tutti i legami carbonio-carbonio hanno un'identica lunghezza di 1.40 Å). Il cicloesatriene avrebbe lunghezze di legame alternate, i doppi legami sono più corti (1.34 Å) dei legami singoli (1.54 Å). Una rappresentazione alternativa per il benzene (un cerchio all'interno dell'esagono) enfatizza la delocalizzazione degli elettroni pi in questa molecola, ed ha il vantaggio di essere uno schema solo. In casi come questi, la delocalizzazione elettronica descritta dalla risonanza aumenta la stabilità delle molecole, e composti formati da tali molecole spesso mostrano un'eccezionale stabilità e relative proprietà. La prova dell'aumentata stabilità termodinamica del benzene è stata ottenuta da misure di calore rilasciato quando doppi legami in un anello a sei termini viene idrogenato (idrogeno è aggiunto cataliticamente) a dare il cicloesano come prodotto comune. Nello schema seguente il cicloesano rappresenta un punto di riferimento a bassa energia. L'addizione dell'idrogeno al cicloesene produce il cicloesano e rilascia calore che ammonta a 28.6 kcal per mole. Se noi prendiamo questo valore per rappresentare il dispendio di energia per l'introduzione di un doppio legame in un anello a sei termini, dovremmo aspettarci che un cicloesadiene rilasci 57.2 kcal per mole per idrogenazione completa, e un 1,3,5-cicloesatriene rilasci 85.8 kcal per mole. Questi calori di idrogenazione dovrebbero riflettere la stabilità termodinamica relativa dei composti. In pratica, l'1,3-cicloesadiene è leggermente più stabile di quanti aspettato, di circa 2 kcal, presumibilmente a causa della coniugazione dei doppi legami. Il benzene, comunque, è staordinariamente di 36 kcal/mole più stabile di quanto aspettato. Questa sorta di aumento della stabilità è ora accettato come una caratteristica di tutti i composti aromatici. Un descrizione MO del benzene fornisce un trattamento più soddisfacente e più generale della "aromaticità". Sappiamo che il benzene ha una struttura planare esagonale in cui tutti gli atomi di carbonio sono ibridizzati sp2, e tutt i legami carbonio-carbonio sono di eguale lunghezza. Come mostrato sotto, la rimanente disposizione ciclica dei sei orbitali p (uno su ogni carbonio) sovrappone generando sei orbitali molecolari, tre leganti e tre antileganti. I segni più e meno mostrati nello schema non rappresentano una carica elettrostatica, ma si riferiscono ai segni di fase nell'equazione che descrive questi orbitali (nello schema anche le fasi sono codificate da colori). Quando le gasi corrispondono, gli orbitali si sovrappongono a generare una regione comune di fase simile, con quegli orbitali che hanno la sovrapposizione maggiore (e.g. π1) essendo i più bassi in energia. I rimanenti elettroni di valenza del carbonio occupano quindi questi orbitali molecolari a coppie, che risultano in un set totalmente occupato (6 elettroni) di orbitali molecolari leganti. È questo set completamente pieno di orbitali leganti, o guscio chiuso, che dona all'anello del benzene la sua stabilità termodinamica e chimica, proprio come un ottetto completo di elettroni di valenza conferisce stabilità ai gas inerti.
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