Dott.MorenoZolghetti
2013-08-01 17:18
Correva l'anno 1993, con luglio appena concluso e l'esame di maturità superato. Si aprivano scenari nuovi, pieni di speranze (oggi posso dire: infrante) e di insolite lusinghe lavorative. Ancora esisteva il lavoro e al termine della scuola superiore qualche azienda ti contattava per offrirti un posto di lavoro. Altri tempi, se non altro, per questo motivo! A volte ricordo quell'anno con una nota malinconica per gravi lutti familiari, ma si sa, il tempo è galante e quindi lascia scorrere tra le sue trame i nostri atomi d'infinito.
Il 1993 era anche l'anno delle mie prime, serie, complesse acquisizioni di prodotti chimici e le mie attenzioni, oserei dire "morbose" erano tutte rivolte alla ditta Merck. Erano tempi quelli in cui ancora si parlava di Lire e i numeri spaventavano molto meno di oggi. Vi do qualche esempio.
Una bottiglia in vetro bruno e PE, contenente un litro di purissimo acido solforico fumante, al 65 % di SO3 (art. 720), costava 62.000 Lire, mentre quello al 30% di SO3 (art. 721), puro per analisi, ne costava 137.000. Se la bottiglia da un litro era piena di acido nitrico fumante al 100%, puro per analisi (art. 455), allora la spesa era di 90.000 Lire. Il produttore indicava sopra: "per preparazione dell'acqua regia".
Dieci mL di acido selenico al 96%, in ampolla di vetro scuro (art. 12325), costava 52.000 Lire e pareva un sogno avere un acido capace di sciogliere l'oro, senza fumi strani.
Cento grammi di carbonato di tallio (rigorosamente OSO), puro oltre il 98% (art. 12366) erano ceduti in un vasetto di plastica bianco con tappo grigio, alla modica cifra di 130.000 Lire.
E poi potevi scegliere tra la polvere di tallio (in confezione di cartone, da 350g) a 302.000 Lire e i trucioli dello stesso metallo (per sintesi, in vaso di vetro, da 50 g, art. 818025), puro oltre il 99%, a sole 78.000 Lire.
L'IVA era al 19% e non vi erano spese accessorie: il trasporto era a carico del venditore. I prodotti più "insidiosi" ti arrivavano in scatole di abete inchiodate così bene che ti pareva di forzare una cassa da morto. Tolti i 10-12 chiodi (rigati e immersi nella colla prima di essere conficcati nel legno) che bloccavano il coperchio, ecco aprisi il vano in cui era celato il flacone, chiuso in un sacchetto di PE e immerso in polistirolo espanso. Sento ancora l'odore di quel legno e conservo ancora, sul solaio di casa, alcune di quelle scatole, giusto per dimostrarmi che quell'epoca l'ho davvero vissuta. Storie di un alchimista a volte troppo nostalgico.
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